IL RE (a Laerte)
- Il capo non è più imparentato col cuore, la mano più solidale con la
bocca, di quel che non sia il trono di Danimarca col padre tuo.
(Atto I, sc. 2)
«Si sorbiscano pure
un Polonio, un qualsiasi filantropo che canti loro: Arricchite!»
(Jules Laforgue,
Amleto, ovvero Le conseguenze della pietà filiale)
L’idea che ne aveva
Gadda, caso raro, ci
appare troppo semplice: «Polonio è un cretino d’alto rango» (C. E.
Gadda, I viaggi la morte).
Nella versione con Daniel Day Lewis
(1989) a fare Amleto, «Polonio (Michael Bryant) appariva come il più
potente di tutti i personaggi, manipolatore e manovratore di tutto quel
gran movimento di Elsinore. Dopo il suo assassinio, a corte
ineluttabilmente cadeva in balia di insurrezioni o invasioni» (R. Cave,
Recenti messe in scena dell’Amleto in Inghilterra, in
Tradurre/Interpretare “Amleto”, Bologna 2002). E’ un fatto che,
morto Polonio, il Re passi rovinosamente dalle spie ai sicari, ma è anche
vero che proprio l’assassinio di Polonio lo aveva convinto della
pericolosità del pazzo Amleto.
Aveva i suoi estimatori, il
consigliere: «Una sera in particolare Serlo, tutto allegro, parlò della
parte di Polonio e di come intendeva interpretarla. «M’impegno,» disse
«stavolta, a offrire nel miglior modo l’immagine di un uomo pieno di
dignità; renderò con vera eleganza la calma e la sicurezza necessarie, la
vacuità e l’importanza, la piacevolezza e l’insulsaggine…» (J. W. Goethe,
Wilhelm Meister. Gli anni dell’apprendistato, Milano 2006).
Strindberg
ammirava il discorso di Polonio al figlio Laerte in partenza per Parigi
(«Ancora qui, Laerte? a bordo, a bordo, vergogna!...», Atto I, sc. 3):
«Quando leggo questo discorso bello e
virile, devo chiedermi se Polonio non si burli di Amleto dichiarandosi
d’accordo su tutto, se il vecchio non faccia il finto tonto: mentre nei
fatti è molto astuto e esperto, allorché dà a Rinaldo varie istruzioni
alquanto innocenti per tener d’occhio Laerte a Parigi.
Polonio è “familiare, ma per nessun
conto volgare” e non sembra “dar voce ai suoi pensieri”. Un uomo che osa
dire al figlio: “A te stesso sii fedele”, non è un buffone, sebbene possa
apparire fatuo o fingere di esserlo!»
(A. Strindberg, Amleto e Faust,
Milano 1988)